CRESCERE IN ASAI: LA STORIA DI HAJAR
Pubblicato il 17 Aprile 2025
Mi chiamo Hajar Farmaki, ho 21 anni e sono una studentessa universitaria. Frequento il terzo anno della facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Torino.
Conosco e frequento ASAI dal 2017, ovvero dal mio primo anno di scuola superiore. Già mentre partecipavo al doposcuola, cercavo di dare una mano nell’organizzazione, supportando i miei amici e gli educatori nella gestione del gruppo, proponendo attività e occupandomi dell’animazione, inizialmente con i bambini delle elementari. Con il tempo, acquisendo esperienza, sono diventata animatrice per il gruppo delle medie e al momento collaboro anche con le attività rivolte alle superiori, sia durante il doposcuola che durante l’Estate Ragazzi.
Una volta terminata la scuola, sapevo di non voler abbandonare questo percorso: insieme ad alcuni amici abbiamo deciso di continuare a frequentare ASAI e ancora oggi ne facciamo parte in modo attivo.
Attualmente, insieme ad altri amici, abbiamo iniziato a scrivere e proporre progetti. L’ultimo a cui abbiamo lavorato si chiama Pine Brain Hub all’interno del bando “Si può fare”, con l’obiettivo di creare un’aula studio interculturale presso il centro di via Pinerolo 10, dedicata agli universitari. In ASAI, infatti, mancava ancora uno spazio pensato per i giovani studenti, nonostante siano in molti a far parte dell’associazione. Abbiamo quindi sentito l’esigenza di realizzare un ambiente adatto allo studio, accogliente e accessibile, in linea con lo spirito di ASAI. A breve ci occuperemo di allestire l’aula e di promuovere l’iniziativa, per farla conoscere e renderla accessibile a tutti.
Un altro progetto al quale sto lavorando con i miei amici e “colleghi” Meryem e Haytam e la supervisione di Cecilia Labanca è un Erasmus che tratta temi a noi molto cari. Abbiamo deciso di affrontare argomenti come la cittadinanza attiva e la partecipazione giovanile, in collaborazione con associazioni di altri Paesi EU: Belgio, Danimarca, Portogallo e Francia. Si tratta di temi condivisi e al centro del loro lavoro. Lo scambio si svolgerà a Torino, tra l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre. Il nostro obiettivo è coinvolgere ragazze e ragazzi provenienti da tutte le sedi di ASAI, creando un’esperienza partecipativa e interculturale che possa lasciare un impatto positivo su noi tutti.
L’ultimo progetto Erasmus a cui abbiamo partecipato si è svolto in Portogallo, insieme a un gruppo proveniente dalla Romania. Siamo partiti il 24 gennaio 2025 con destinazione Amarante. Il gruppo era composto da me, Meryem, Ilyass e Loreen di via Pinerolo, e Fatou del Centro Interculturale. Abbiamo trascorso dieci giorni tra Porto e Amarante, durante i quali abbiamo affrontato il tema del mondo digitale, riflettendo su come i social media e Internet abbiano influenzato le nostre vite e su quanto tempo dedichiamo ogni giorno al telefono. Per alcuni di noi era la prima esperienza all’estero, quindi è stata un’occasione unica per conoscere persone di altri Paesi, esercitare l’inglese e scoprire usanze e culture diverse. Per altri, invece, non era la prima volta ma, a livello di entusiasmo, era come se lo fosse: ogni scambio porta con sé nuove emozioni e connessioni.
Con Save the Children USA, infine, siamo coinvolti in un progetto internazionale che ci mette in contatto con giovani di diversi Paesi del mondo, tra cui Cina, Messico, Sudafrica, Bangladesh e Indonesia. Partecipiamo regolarmente a call in cui discutiamo di protagonismo giovanile e di come ci attiviamo nei nostri territori. Abbiamo anche un gruppo condiviso dove, ogni settimana, pubblichiamo foto e video per raccontare le attività che svolgiamo. Nel mese di marzo abbiamo organizzato una piccola riunione per scegliere chi, tra il nostro gruppo, rappresenterà l’Italia nel prossimo incontro internazionale che si terrà a Jakarta in Indonesia a luglio. Ogni Paese parteciperà con due rappresentanti, e per l’Italia partirò io insieme a Rim. Inoltre, Save the Children ci ha offerto la possibilità di ottenere una certificazione linguistica. Abbiamo scelto di sostenerla in inglese e il percorso sarà interamente finanziato dall’organizzazione.
Tutte queste esperienze mi hanno permesso di crescere, non solo a livello personale, ma anche come cittadina attiva e consapevole. Ogni progetto ha rafforzato il mio desiderio di continuare a impegnarmi e ha arricchito il mio percorso formativo, permettendomi di sviluppare competenze trasversali e spirito di iniziativa. Soprattutto in questi anni ho incontrato persone che hanno lasciato un segno importante in me: Ingrid, la mia educatrice e guida, e molti ragazzi della mia età con i quali stiamo costruendo il nostro presente. Mi piace sentirmi parte di una comunità della quale sono, allo stesso tempo, partecipe e responsabile.
Hajar Farmaki