Essendo improntato sulla giustizia riparativa, punti cardine sono:
- la gestione comunitaria delle conseguenze dell’atto lesivo
- la partecipazione della vittima come soggetto centrale
- l’auto-responsabilizzazione dell’offensore con un ruolo attivo nella riparazione del danno
- l’incontro volontario tra l’autore di reato e la vittima, alla presenza dei familiari di entrambi, delle altre persone coinvolte nei fatti di reato (ad es. insegnanti, rappresentanti delle istituzioni, persone di riferimento dei ragazzi, etc.) e delle figure di accompagnamento di autore e vittima lungo il percorso (tutor ed educatori ASAI)
ASAI offre a tanti adolescenti inciampati nel circuito penale l’opportunità educativa di percorsi riparativi che coinvolgono non solo offensore e vittima ma anche la famiglia e la comunità. D’altro canto, alla vittima e alle altre persone coinvolte, è data occasione di partecipazione al percorso, uno spazio di ascolto, un’opportunità di incontro per dire la propria, per raccontare il proprio vissuto, porre le proprie domande.
Un analogo affiancamento viene dato anche alle vittime, a cui è offerta una figura di supporto (tutor) che si mette a disposizione per dare uno spazio di ascolto, per fornire informazioni sul percorso, sul suo andamento, sulla ricomposizione finale.
Il percorso si conclude con un incontro di ricomposizione (Restorative Justice Conference) tra l’autore del reato e la vittima, le famiglie, le altre persone coinvolte, i tutor ASAI e gli agenti del Nucleo di Prossimità, in cui la partecipazione attiva di tutti e il dialogo permettono la più profonda comprensione di chi è stato danneggiato dal reato, degli effetti concreti ed emozionali che ne sono derivati e, al tempo stesso, l’attività di responsabilizzazione svolta assume un significato riparativo verso chi ha sofferto facilitando il superamento di quello che è successo e delle sue conseguenze dannose.
Tra gli obiettivi, principalmente la riparazione del danno materiale ed emotivo provocato e il riconoscimento della sofferenza della vittima, anche tramite l’offerta di un sostegno e la possibilità di incontro con l’offensore. Il minore assume la responsabilità con un ruolo attivo nella riparazione del danno e, al tempo stesso, ha l’opportunità di mostrare di essere migliore dello sbaglio commesso. La positiva (re)inclusione di offensore e vittima nella comunità influisce inoltre positivamente sul benessere a scuola, nelle famiglie e nella comunità.